Passano gli anni e con i sentimenti di un’adulta ripercorro la
mia fanciullezza e in ogni angolo ritrovo il passato che mi
appare come un flash di ricordi, momenti intensi e divertenti, e
provando a riprendere mentalmente la strada che conduce fin
lassù mi ritrovo a saltellare sui prati in discesa o sul sentiero di
un bosco di castagni oppure sdraiata a naso in su sopra un
frutteto di mele.
Ogni tanto mi verrebbe voglia di fermarmi per seguire il
sentiero più impervio degli altri, o mi capita di rimanere
affascinata dalla bellezza di un angolo di prato.
Passeggiando solitaria, spesso ho avuto occasione di fare
esperienze che consideravo un gioco, come quello di salire su
un albero per raccogliere la ciliegia più bella o la mela più verde.
Gustare i frutti direttamente dalla pianta dà un’energia
insospettata e riempie la vita di gusto.
L’idea di libertà, la genuinità e l’aria salubre restano scolpiti
nella memoria insieme ai profumi, agli odori pungenti e
all’atmosfera mutevole delle stagioni. Questo luogo ha
accompagnato la mia infanzia e parte dell’adolescenza, periodo
in cui ignoravo quale fosse la mia fortuna poiché troppo
giovane per comprendere la bellezza di un luogo simile, anche
perché era divenuto routine.
Sento però di appartenergli, è dentro di me, dentro la
bambina che si sbuccia le ginocchia cadendo dalla bicicletta
sulla strada di ghiaia, che si emoziona quando trova un fungo
porcino nel bosco e che, con la complicità del fratello, si cimenta
nelle imprese più bizzarre, come quella di imitare Mary
Poppins lanciandosi con l’ombrello aperto da una riva per
ondeggiare nell’aria. Fortunatamente non tutte le bravate
riescono, a volte anche grazie al passaggio casuale di un
familiare adulto che, fortunatamente, scopre le intenzioni
brillanti ma pericolose di due bambini avventurosi e incoscienti.
La stagione più bella è sicuramente la primavera, il periodo
in cui la natura si veste di colori e forme con le chiome vaporose
dei bianchi ciliegi in fiore, il rosa tenue dei frutteti di pesco, il
bianco degli albicocchi, il verde dei primi fiori che fanno
capolino tra le ultime macchie di neve.
Si risveglia la natura e si risveglia l’uomo che si riappropria
dei colori della stagione più bella dell’anno, il periodo della
rinascita dopo il sonno dell’inverno. Anch’io e la mia famiglia
godiamo di ciò recandoci ogni fine settimana a contatto con il
verde di quel luogo incontaminato, che, isolato dal mondo,
progredito e rumoroso, fa sentire meglio a tutti e cinque i sensi
il ritorno della primavera, con il cinguettio degli uccelli, il sole
che entra nelle stanze illuminando ogni angolo e il colore dei
fiori. Anche gli animali sembrano più felici: le galline
passeggiano e chiacchierano tra di loro, le mucche nella stalla
sono più irrequiete, vorrebbero uscire, Boby abbaia felice al
nostro arrivo e corre come un matto per tutto il cortile, le farfalle
volano sopra le nostre teste formando una corona in
movimento di vivaci sfumature.
Fischiare con i petali di una primula in primavera, inseguire
le lucciole d’estate, succhiare il succo brusco di un’erba
selvatica, divertirsi a trovare le fragoline dolci e gustose,
radunandole in una cesta di foglie di fico: tutto questo è la casa
in collina, tutto questo è natura e libertà.
Forse è ancora presto per mangiare all’aperto, ma non manca molto ormai al caldo dell’estate.
© Wilma Coero Borga Всички права запазени